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Atto Costitutivo della Federazione Missionaria tra parrocchie
PREMESSO
che il Papa Giovanni Paolo II, nell’enciclica Redemptoris Missio, afferma:”La missione di Cristo Redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento.
Al termine del secondo millennio dalla sua venuta uno sguardo d’insieme all’umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio” (RM,1) e che “il numero di coloro che ignorano Cristo e non fanno parte della Chiesa è in continuo aumento, anzi dalla fine del Concilio è quasi raddoppiato. Per questa umanità immensa, amata dal Padre che per essa ha inviato il suo Figlio, è evidente l’urgenza della missione.” (RM,3) e che, in seguito al Concilio, “si sta affermando una coscienza nuova: cioè che la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesiali” (RM,2) e che, in conseguenza, lancia l’appello accorato: ”Sento giunto il momento di impegnare tutte le forze ecclesiali per la nuova evangelizzazione e per la missone ad gentes. Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della Chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo di annunziare Cristo a tutti i popoli” (RM,3).
Premesso pure che il Papa ritiene che “la missione ad gentes ha questo obiettivo: fondare comunità cristiane, sviluppare chiese fino alla loro completa maturazione. È, questa, una meta centrale e qualificante dell’attività missionaria, al punto che questa non si può dire esplicata finchè non riesce a edificare una nuova chiesa particolare, normalmente funzionante nell’ambiente locale” (RM,48)
e che “è necessario, anzitutto, cercare di stabilire in ogni luogo comunità cristiane, che siano segno della presenza divina nel mondo e crescano fino a divenire chiese. Nonostante l’alto numero delle diocesi, esistono tuttora vaste aree in cui le chiese locali sono del tutto assenti o insufficienti alla vastità del territorio e alla densità della popolazione: rimane da compiere un grande lavoro di impianto e di sviluppo della chiesa. Questa fase della storia ecclesiale, detta plantatio ecclesia non è terminata, anzi in molti raggruppamenti umani deve ancora iniziare. La responsabilità di tale compito ricade sulla chiesa universale e sulle chiese particolari, in tutto il popolo di Dio e su tutte le forze missionarie” (RM,49).
CONSTATATO
che nella diocesi di Salerno – Campagna – Acerno opera, da oltre un decennio, un’associazione denominata “Cooperazione Missionaria e Sviluppo”, che ha sigla COMIS, che ha come finalità primaria quella di fondare parrocchie in terra di missione, dove questa realtà ecclesiale non c’è e dove il vescovo del luogo ritiene necessario che sorga, e come finalità secondaria la promozione umana della popolazione con la costruzione di scuole primarie e secondarie, dispensari medici,
casette in muratura, piccoli acquedotti, aziende agricole-
(Repubblica Democratica del Congo) e S. Matteo di Ilogi – diocesi di Kahama (Tanzania), che sarà inaugurata domenica 1 febbraio 2004, e che nella prospettiva prossima sarà fondata una parrocchia nella periferia di Kigali, capitale del Ruanda, e un’altra a Kitwe – Mulenga (Zambia), e nella prospettiva remota, se le risorse economiche lo consentiranno, potrà nascere qualche altra parrocchia ugualmente nell’Africa Equatoriale, da noi ritenuta una risorsa missionaria della Chiesa Cattolica del terzo millennio; e nella prospettiva ancora più remota, qualche altra parrocchia potrà nascere nell’America Latina e nell’Asia.
CONSIDERATO
che questo progetto missionari della COMIS non potrà essere realizzato con le risorse economiche di una sola parrocchia, ma è necessaria l’unione di più parrocchie, tra loro federate, considerato che l’Arcivescovo Mons. Gerardo Pierro sostiene e nostre attività missionarie anche con una offerta – in questo mese di agosto 2003 ci ha donato, come negli anni scorsi, la somma di 10.000 euro – e che non solo è informato di questa Federazione si diffondesse, a macchia d’olio, nella nostra diocesi; si costituisce con il presente atto privato la “Federazione Missionaria tra Parrocchie”.
Sottoscrivendo l’atto, i parroci si impegnano a contribuire alla realizzazione delle due finalità della COMIS sopra descritte, mediante una seconda raccolte di offerte in una domenica dell’anno, da concordare, escluso il mese di ottobre, usufruendo dell’ausilio dell’animatori missionari della COMIS, che hanno fatto diretta esperienza delle nostre missioni. La somma raccolta sarà devoluta per le nostre missioni. I parroci federati si impegnano pure a promuovere, nelle forme ritenute più opportune l’adozione a distanza dei ragazzi delle nostre missioni.
È ovvio che la sottoscrizione dell’atto da parte dei parroci implica solo un impegno morale, senza alcuna implicanza di carattere giuridico.
Mediante la “Federazione Missionaria tra Parrocchie” la diocesi assurge a protagonista della missione ad gentes, la cui responsabilità non può ulteriormente continuare a ricadere solo sugli Istituti Missionari e sulle Congregazioni religiose; la missione ad gentes diventa responsabilità di tutte le parrocchie,
della diocesi e di tutto il popolo cristiano, come ampiamente riportato nella premessa; nasce così “una nuova missionarietà, che non potrà essere demandata a una porzione di “specialisti” ma dovrà coinvolgere la responsabilità di tutti i membri del popolo di Dio”(Novo Millennio Inuente,40)
Il progetto missionario della COMIS poggia non direttamente sulle risorse economiche delle parrocchie, né della diocesi, ma sulla sensibilità missionaria del popolo cristiano.
La “Federazione Missionaria tra Parrocchie” accrescerà notevolmente la sensibilità missionaria dei sacerdoti e delle loro comunità e contribuirà a rivitalizzare la vita cristiana delle parrocchie (cfr RM,2); sarà anche di aiuto alla missione universale ad gentes, attraverso l’ incremento della offerte che si raccoglieranno nella Giornata Missionaria Mondiale, in conseguenza dell’ accresciuta sensibilità missionaria, come si è già verificato nelle parrocchie federate.
Auspichiamo che la celebrazione del Sinodo Diocesano contribuisca a dare nuovo impulso all’azione missionaria ad gentes nella nostra diocesi. Sottoscrivendo questo atto i parroci recepiranno l’appello del Papa: “Duc in altum!” e navigheranno per far conoscere Gesù Cristo fino agli estremi confini della terra (cfr At 1,8).
Ci assista S. Matteo, nostro patrono e simbolo della nostra chiesa locale, al cui nome saranno intitolate le parrocchie che nasceranno, e ci protegga la Madonna Regina delle Missioni.
Redatto a Salerno il 29 agosto 2003 e sottoscritto.