La Nostra Storia - Comis

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Il nostro interesse missionario per l’Africa ha avuto inizio nel 1987, nel mese di luglio, trascorso in Camerum nella diocesi di Mbalmaio, presso la casa del Coe, in visita al mio catechista Maurizio Casciello.
Il catechista era in Africa, per il servizio militare alternativo. Restai scosso dalla miseria di quelle popolazioni e decisi di fare qualcosa per loro, sia a livello personale che insieme alla mia parrocchia. È sorto così, in maniera occasionale, il mio interesse per la missione; e neanche tanto per diffondere il Regno di Dio, ma per aiutare la gente a uscire dalla loro miseria.

Durante il primo anno di quel viaggio in Camerun, raccogliemmo nella mia parrocchia la somma di 20.000.000 di lire e le consegnammo al vescovo di Mbalmaio per le esigenze della sua diocesi. Dopo questo primo periodo introduttivo alla missione ci rivolgemmo, tramite padre Sebastiano Amato, saveriano, alla missione dei padri saveriani nello Zaire.
È qui possiamo dividere in tre fasi la nostra attività missionaria in Africa.

1° FASE


È caratterizzata dalla collaborazione, dal 1989, con i padri missionari saveriani, presenti nella regione orientale dello Zaire, denominata Kivu, e precisamente nella capitale di questa regione, che si chiama Bukawu, dove i missionari saveriani hanno la loro direzione regionale, in una bellissima posizione sul Lago Kivu. Siamo stati ospitati dai padri saveriani nella parrocchia di Walungu, da loro diretta; e dove costruimmo una scuola artigiana di Taglio e Cucito, tuttora funzionante, da dove escono diplomati, abilitati pure a iscriversi all’Università.
Quando i saveriani hanno lasciato, dopo aver realizzato le strutture parrocchiali, la parrocchia di Walungu, al clero locale, li abbiamo seguiti nella nuova parrocchia di Kaniola, da loro fondata. In questa parrocchia costruimmo la scuola secondaria, a indirizzo commerciale; una scuola professionale di falegnameria; una chiesa succursale della parrocchia di Kaniola, nel villaggio di Muyrama, inaugurata dall’arcivescovo di Bukawu, Sua Ecc. Mons. Christofer Muynzirua, assassinato da tutsi, poi, nella prima guerra dei grandi laghi nel 1996. All’inaugurazione della chiesa presenziarono anche il Re e la Regina di Walungu. Abbiamo finanziato un complesso, denominato Centro di formazione femminile nel villaggio di Nindya. Nel villaggio di Luhago, poi, abbiamo costruito una Scuola Elementare, una Scuola Superiore e una Chiesa, succursale della parrocchia di Kaniola.

2 ° FASE


La seconda fase ha inizio con l’attività che la COMIS incomincia a svolgere in maniera autonoma dai padri saveriani. Quando i padri saveriani lasciarono anche la parrocchia di Kaniola al clero locale, dopo aver strutturato la parrocchia con le costruzioni di una grande chiesa parrocchiale e di una bellissima casa canonica, e altre strutture, noi non fummo in grado di seguirli “oltre”; l’”oltre” significava seguirli in località non accessibili con mezzi veicolari, perché senza strade; in località raggiungibili solo con piccoli aerei.
Nel frattempo era sorta la COMIS a Salerno. La sigla Comis significa “Cooperazione Missionaria e Sviluppo Terzo Mondo”. Ci dedicammo alla fondazione della nuova parrocchia in località Mugogo, villaggio, che era appartenente alla parrocchia di Walungu.
L’arcivescovo di Bukawu, donò alla COMIS un terreno di 11 ettari, con l’auspicio che su quel terreno sorgesse una parrocchia e altre strutture annesse ed anche opere sociali per lo sviluppo di quella popolazione molto povera.
Iniziammo con la costruzione della casa di accoglienza, un fabbicato molto vasto, composto da dieci camere e accessori, molto bene costruita, dell’ampiezza di 300 metri quadrati.
Nel tempo intermedio per la costruzione della casa di accoglienza, ci appoggiammo per le nostre visite missionarie, presso la casa delle suore Dorotee di Kaniola.
Il villaggio di Mugogo divenne parrocchia, canonicamente costituita, intitolata a San Matteo; comprendeva dieci villaggi (cappelle) e una popolazione di 60.000 abitanti, metà cristiani cattolici e metà ancora animisti. La conduzione pastorale della parrocchia fu affidata al clero locale. Terminata la costruzione della casa di accoglienza, noi abbiamo posto la residenza in questa casa. Perché la casa non restasse abbandonata, prima che venissero i sacerdoti locali, la casa fu affidata alle suore di Cristo Re, una congregazione religiosa femminile, di origine spagnola.

3 ° FASE


Questa terza fase è caratterizzata dall’espansione della Comis-Cooperazione Missionaria e Sviluppo Terzo Mondo, in altre nazioni dell’Africa e dell’Asia.
La Comis, quando sorse nel 1989, aveva un titolo diverso; era chiamata “Comitato Famiglie Sviluppo Terzo Mondo” e non aveva pertanto la sigla Comis. Successivamente, sviluppandosi, l’associazione missionaria acquisì una fisionomia diversa e si chiamò “Cooperazione Missionaria e Sviluppo Terzo Mondo”. L’associazione si diede finalità ben più impegnative e si caratterizzò come associazione missionaria con due finalità ben definite: la prima è una finalità prettamente religiosa, missionaria, inerente all’espansione del Regno di Dio, e consiste nel costruire parrocchie nuove in terra di missione.
La località dove far nascere la nuova parrocchia è concordata con il vescovo del posto. E pertanto non è ristretta l’attività della Comis solo a Bukawu, nella Repubblica Democratica del Congo, ma anche nelle altre nazioni e addirittura in altri continenti. Attualmente ha in via di costruzione sei nuove parrocchie in sei nazioni: Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Ruanda, Zambia, Myammar, India (Kerala), sempre in maniera autonoma dai padri saveriani, perché in cinque delle sei nazioni predette i saveriani non sono presenti. La costruzione delle sei parrocchie è realizzata in maniera graduale, secondo le risorse economiche della Comis: in tre nazioni la costruzione è già terminata; esse sono la Tanzania, il Myammar e l’India. Nelle altre tre nazioni la costruzione è in via di realizzazione.

Le parrocchie che la Comis fonda sono tutte intitolate a San Matteo per due ragioni: la prima è che il predetto apostolo chiude il suo Vangelo con il comando missionario “andate e ammaestrate tutte le nazioni”, la seconda ragione è che San Matteo è il patrono della nostra città e della nostra diocesi.
Costruendo parrocchie nuove dove c’è bisogno, d’intesa con il vescovo locale, la Comis intende dare un contributo all’espansione del Regno di Dio sulla terra. I principi biblici di questa attività missionaria della Comis sono contenuti nel decreto missionario del Concilio Vaticano II, denominato “ad gentes” e l’altro è l’enciclica missionaria “Redemptoris missio” di Giovanni Paolo II. A questi due documenti fondamentali si aggiungono altri documenti missionari sia del magistero pontificio che del magistero episcopale.
La seconda finalità della Comis è costituita dalle opere di sviluppo economico-sociale, che facciamo nascere attorno alle nuove chiese parrocchiali. Sono soprattutto inerenti alla costruzione di Scuole Elementari e Scuole Superiori, alla costruzione di dispensari, e anche di opere prettamente economiche, come può essere un’azienda agricola-zootecnica.
I fondamenti pastorali di questa attività economica sono contenuti nelle encicliche sociali dei Papi e del magistero conciliare, soprattutto nella costituzione “Gaudium et spes”. Tra le encicliche ispiratrici di questa attività economica ricordiamo la “Populorum progressio” di Paolo VI e i tre documenti della dottrina sociale di Giovanni Paolo II :”Laborum exercens”, “Sollecitudo rei socialis” e “Centesimus annus”. I fondamenti scritturistici sono i molteplici passi dell’Antico Testamento e del Vangelo, in maniera particolare il capitolo 25 di Matteo.
Questa finalità economico-sociale si prefigge di dare una mano a fare uscire i popoli dalla miseria.
Accenniamo all’Azienda Agricola Zootecnica di Kitwe, nello Zambia, dove la Comis ha comprato 350 ettari di terreno irrigabili, e dove è in crescita un allevamento di circa 300 bovini da latte di razza Frisona. Per raggiungere questa finalità economica la Comis si serve di tecnici italiani che gratuitamente vengono a progettare, dirigere e consigliare; tali tecnici sono costituiti da ingegneri, agronomi, veterinari, geologi. Soprattutto devo ricordare l’accordo che la Comis ha fatto con l’Azienda Agricola Zootecnica di Padre Pio in località Posta Lavia. In virtù della convenzione firmata tra la Comis e il Vescovo di Manfredonia-San Giovanni Rotondo, Sua Ecc. Mons. Domenico D’ambrosio, un tecnico di quell’azienda di Padre Pio può venire un mese all’anno regolarmente retribuito dalla sua azienda, in Africa, come consulente della nostra azienda.
L’altro avvenimento di questa 3° fase è costituito dal riconoscimento della Comis come onlus, cioè come associazione senza fine di lucro. Questo riconoscimento giuridico della Comis come onlus, ci dà la possibilità di avere il riconoscimento di questa nostra associazione anche in altre nazioni. Nello Zambia la fattoria è già intestata alla Comis mentre nella Repubblica Democratica del Congo la pratica del riconoscimento è in via di espletamento.
L’altro evento da ricordare è che la Comis ha sensibilizzato anche altre parrocchie della diocesi di Salerno, che si sono unite alla essa ed è stata costituita “la Federazione Missionaria tra parrocchie”; attualmente sono 22 le parrocchie federate.

La Comis, pertanto, si sostiene economicamente con le raccolte che facciamo nella parrocchia Madonna di Fatima a Natale e a Pasqua, con le raccolte che facciamo, una domenica dell’anno, nelle parrocchie federate, con l’adozione a distanza dei bambini, 15,50 euro al mese per bambino, con il 5 per mille dei contribuenti, essendo stata la Comis inserita nelle associazioni, che possono usufruire di questo beneficio di legge.
La Comis ha potuto e può continuare a sviluppare le sue finalità, perché, molti cristiani facendo dei risparmi, hanno fatto l’adozione a distanza; e i confratelli parroci hanno aderito alla federazione tra parrocchie della Comis. A loro va perciò la nostra più viva gratitudine.
Abbiamo avuto anche contributi dal Comune di Salerno e di Mercato San Severino, e dalla Provincia di Salerno.
Inoltre ci ha sostenuti l’arcivescovo con il suo sostegno morale e con il contributo economico annuale di 15.000 euro, perciò a lui esprimiamo la nostra gratitudine.
Non posso chiudere questa introduzione senza ringraziare le collaboratrici della Comis, che vengono a lavorare gratuitamente tutti i giorni.
La Comis riesce a crescere e a svilupparsi perché c’è questo gratuito lavoro continuo dei nostri collaboratori. Non avendo spese di gestione tutto quello che raccogliamo è tutto destinato alle realizzazioni missionarie. Queste realizzazioni sono frutto dei nostri benefattori, ma sono soprattutto opere della Provvidenza di Dio.
Queste parrocchie, che la Comis costruisce in terra di missione, non sono gestite da sacerdoti diocesani di Salerno, perché non ce ne sono disponibili per andare in missione. Dobbiamo appoggiarci a sacerdoti che vivono nelle sei diocesi dove la Comis ha costruito o sta costruendo la nuova parrocchia, perché tra essi si trovano sacerdoti disposti ad andare missionari in altre nazioni. La nostra gratitudine va all’Arcivescovo di Loikaw, nella repubblica di Myanmar, dove abbiamo costruito, nella sua diocesi una parrocchia nuova, e che ha donato alla Comis quattro giovani sacerdoti della sua diocesi: due sono restati a Salerno e due sono stati inviati a dirigere la nuova parrocchia, costruita dalla Comis , in Tanzania, nella diocesi di Kahama, in località Ilogi.
Sono vent’anni che operiamo, e non abbiamo mai scritto nulla, perché credo che sia meglio fare che mostrare. È opportuno però tener presente anche l’altra espressione di Gesù , “perché vedano le vostre opere buone, e diano gloria al Padre che è nei cieli”.

Sac. Andrea Vece

 
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